A testimony from a social worker of AVSI gives a insight into the benefits of the project as well as the everyday challenges faced in the area.
Carissimi,
l'obiettivo
è certo quello di completare la distribuzione delle prime 5.000 stufe
entro la fine di ottobre... 2014! Alla fine della prossima settimana saremo
in grado di valutare le capacità e la velocità dei nostri attuali promoter
(4 + 1 che deve restare al centro smistamento). Naturalmente abbiamo
un piano B che è quello di aumentare il n. dei Promoter anche se questo
comporta difficoltà logistiche e ulteriori costi non previsti.
Senza
voler insegnare nulla a nessuno, mi permetto di ricordare che siamo tutti
coinvolti in un BELLISSIMO progetto di natura sociale che prevede tra
l’atro, azioni di sensibilizzazione e formazione alle famiglie. Attività
che richiedono tempo e pazienza: passare da una “tecnologia” ad un’altra,
non è roba da poco in un contesto dove le stufe tradizionali sono così
incredibilmente inefficaci anche rispetto ad altri contesti africani; così
come firmare una liberatoria per i crediti di carbonio; o pagare un contributo
educativo per chi è abituato a ricevere tutto gratis.
Gli obiettivi sono molto ambiziosi, ma, da una prima sensazione, ce la possiamo fare.
Gli obiettivi sono molto ambiziosi, ma, da una prima sensazione, ce la possiamo fare.
Vi
prego, inoltre, di considerare che questa distribuzione avviene in una favelas
africana, attravesto ragazzi africani a beneficio di famiglie africane.
Quindi, le tempistiche sono africane, i problemi sono africani, i contrattempi
africani. Basta pensare che gli abitanti di Chamanculo C hanno l'acqua
alle ginocchia non appena piove. Anche oggi i Promoter non hanno potuto
lavorare per via della pioggia. Alcuni cercheranno di lavorare domani. OK, “Si sapeva“ direte voi “Questo è
strutturale in Africa, quindi era
considerato nel cronogramma”. Sì e no: anche per uno come me che lavora da
7 anni in baraccopoli africane e passa il tempo (ahimè!) non a lavorare ma
a risolvere improvvise emergenze e fantasiosi problemi, non è stato facile
prevedere tutti gli aspetti logistici: ogni promoter ora ha un aiutante
che trasporta le stufe con la carriola. Lo abbiamo pensato ed introdotto questa settimana. Per motivi di sicurezza non trasportano
mai più
di 2 stufe. Per motivi di sicurezza non trasportiamo mai più di 100 stufe
dal magazzino centrale al magazzino di campo che è custodito, ma ancora
mancano dell sbarre alle finestre... Avremmo dovuto farle fare prima di
cominciare ma visto il ritardo abbiamo preferito farne a meno con tutti i
rischi del caso.
Considerate,
inoltre, che al di là dei vari passaggi burocratici e di contenuto
delle consultazioni pubbliche, prima di iniziare abbiamo dovuto convocare
di nuovo e per tre volte tutti i capi quartiere, spiegare tutto il
processo. Ci hanno imposto che la distribuzione iniziasse da loro e non dalla
gente comune: trovare le case di 76 capi quartiere in una baraccopoli dove
vivono 26.000 persone accatastate e senza toponomastica non è impresa facile.
Qui non ci si muove nei quartieri senza il "permesso del capo quartiere".
E per fortuna il "Capo di 10 case" (ce ne sono circa 350) ha perso
un po' di potere...
Insomma,
abbiamo il nostro bel da fare, ma ne siamo felici perché attraverso
questo progetto le famiglie avranno un significativo aumento del reddito
disponibile, ridurranno le emissioni di gas nocivi, contribuiremo a ridurre
la deforestazione ed avremo la possibilità di condividere un pezzo di
strada con 35.000 persone. Ovviamente, teniamo in massima considerazione anche tutte le scadenze ed i processi - che fate bene
a ricordarci – necessari per la distribuzione perché ben consci che
anche le belle azioni hanno costi che vanno finanziati. Altrimenti restiamo solo con una manciata di buonismo e nulla più.
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